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nella Di ora
PERCHĂ NO ALLE RICERCHE â Per â â â â â â â
la bellezza della Puglia, sempre piĂš meta di un turismo qualificato Per le risorse agricole, ittiche ed enogastronomiche strettamente connesse allâunicitĂ del territorio Per lâagricoltura, fonte di reddito e di nuove forme di turismo legate alla salubritĂ del territorio e ai prodotti Per la pesca, altro settore economico rilevante Per il rischio sismico legato alle perforazioni in territori simili a quello pugliese PerchĂŠ la Puglia ha investito nellâenergia pulita e giĂ produce il 160% del proprio fabbisogno energetico Per lâirrilevanza dei proventi delle royalty sulle attivitĂ estrattive di idrocarburi alla Regione Puglia anche rispetto ai gravi danni alla salute, allâambiente e alle attivitĂ economiche Per la presenza in Puglia della Centrale a carbone Enel di Cerano (Brindisi), dellâIlva, della Raffineria Eni e della Cementeria Cementir (Taranto), alcuni dei punti di maggiore criticitĂ ambientale
LE RICHIESTE â Lâattuazione
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di una Normativa della ComunitĂ Europea che consenta lâinstallazione di piattaforme petrolifere a una distanza minima dalla costa non inferiore ai 160 km, comâè previsto negli Stati Uniti, di fronte al mare aperto e la moratoria assoluta per i mari chiusi, quali lâAdriatico e lo stesso Mediterraneo La modifica della Normativa nazionale, che blocchi gli iter autorizzativi in corso e abroghi i permessi giĂ concessi di ricerca e coltivazione idrocarburi, eccetto gli impianti di estrazione funzionanti. Che siano abbassati i limiti minimi consentiti dalla normativa italiana sullo sversamento di sostanze inquinanti nellâambiente per adeguarli agli standard europei e dellâOMS, spesso centinaia di volte inferiori La creazione di un Accordo transfrontaliero per la difesa dellâAdriatico dalle mire delle societĂ petrolifere Lâimpegno a non abbassare la guardia sul tentativo di liberalizzare le concessioni di ricerca e coltivazione idrocarburi, come avvenuto in occasione del ritiro degli art.20, 21 e 22 dal Decreto sulle liberalizzazioni in seguito alle pressioni dei comitati e delle associazioni ambientaliste Lâabrogazione delle norme che centralizzano le scelte in campo energetico ed ambientale nelle mani dei Ministeri contro la invocata politica del federalismo
LâENERGIA inesauribile del WWF PUGLIA Dalla storica Associazione ambientalista le proposte per una Puglia âpulitaâ [MDN ] âNo al volontarismo di chi vorrebbe uno sviluppo diverso ma non ha strumenti e idee per sostenerloâ afferma il ministro allâAmbiente, Corrado Clini, durante la visita a Mediterre, manifestazione dedicata alla biodiversitĂ , alla green economy e ai cambiamenti climatici, tenutasi presso la Fiera del Levante a febbraio. Forse le idee scarseggiano a livello centrale. In Puglia il Panda, storico simbolo del WWF, che capeggia sulle numerosissime bandiere presenti al corteo di Monopoli, non si ferma mai ed è pronto ad offrire un contributo per la progettazione di politiche di sviluppo sostenibile. Antonio De Feo e Leonardo Lorusso, rispettivamente presidente e vicepresidente del WWF Puglia, ritengono che ci sono due strade da percorrere. Quali sono le idee che proponete? In linea con il programma 2012 del WWF Italia, seguiamo due direzioni. Dal punto di vista tecnico, proponiamo lâefficientamento energetico degli immobili, ossia il miglioramento del consumo energetico al fine di ridurre le dispersioni. Sosteniamo il fotovoltaico sui tetti, che permette non solo di essere autosufficienti da un punto di vista energetico, di trarne guadagno dalla vendita laddove câè unâeccedenza, ma anche di eludere lâinevitabile dispersione di energia durante lo spostamento. Inoltre, gli incentivi per i pannelli fotovoltaici hanno una durata ventennale, ma gli impianti possono rendere anche per 40 anni. Di contro, bocciamo il fotovoltaico a terra che comporta il consumo e la sottrazione di suolo altrimenti destinato allâagricoltura: si consideri che la Puglia produce il 30% dellâolio e il 25% dellâuva da tavola su scala nazionale. Siamo favorevoli allâeolico, che produce molta energia, purchĂŠ le pale non siano installate nelle aree protette o in quelle ad alta sensibilitĂ paesaggistica, come può essere la Valle dâItria. Su questo fronte sarĂ molto utile il piano paesaggistico regionale di prossima emanazione. Certo lâeolico pone un problema futuro legato alla dismissione
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